FUNIVIA: AD ACCUSE RISPOSTE A TONO
- Massimiliano Mazzarella
- 24 mar
- Tempo di lettura: 5 min
Di seguito riporto i testi sia della lettera scritta da Sergio Mattivi a l'Adige il 22 marzo 2024 sul tema della funivia del Bondone in cui mi cita e attacca le mie considerazioni, sia lamia risposta del 24 marzo sempre inserita nella rubrica de l'Adige. Buona lettura

Trascrizione della mia lettera: Funivia sì, funivia no. Almeno si discuta con cognizione di causa e sui dati.
Caro Direttore,
mi permetta una replica alla lettera del signor Sergio Mattivi – per restare nel gergo da lui usato, “un tale Sergio Mattivi” – che ha voluto citarmi in questa rubrica in relazione al progetto della funivia Trento–Bondone per il quale Sì Trento e il sottoscritto siamo favorevoli.
L’intervento, a tratti sprezzante, è un campionario di accuse infondate che meritano almeno in parte una puntualizzazione.
1. Mattivi insinua che io avrei “modificato il tiro” abbassando il numero dei passeggeri. È falso. Semplicemente, ho convertito il numero dei passaggi in numero di passeggeri, com’è corretto fare: ogni passeggero genera due passaggi (salita e discesa). È matematica elementare, e negarla significa discutere con la logica, non con me. Tra l’altro chiunque può verificare sul mio sito internet le mie posizioni sulla funivia di anni fa constatando che anche qui, il tiro non è mai stato modificato.
2. Viene poi ripetuta l’espressione “secondo Mazzarella”, quasi a suggerire che io stia inventando i dati. In realtà, ogni cifra che ho citato proviene dal progetto ufficiale, pubblicamente disponibile, basato su rilevazioni effettuate su traffico stradale e flussi turistici. Non esiste nulla di “secondo Mazzarella”: esistono dati oggettivi.
3. Mattivi afferma che il progetto sarebbe debole perché i privati non hanno investito. È un’obiezione ricorrente, ma altrettanto debole. Seguendo questo ragionamento, dovremmo chiudere anche Trentino Trasporti, visto che non mi risulta ci sia una fila di imprenditori pronti a rilevarla.
4. L’accusa secondo cui le proiezioni sui ricavi dei biglietti sarebbero “pompate” è l’unica vera “opinione personale” in campo. In questo caso sì, “secondo Mattivi”, poiché non cita alcun dato né mette in discussione numeri reali, ma preferisce insinuare.
Non intendo dilungarmi su altri punti, perché non è questo l’obiettivo, pur essendo tutti facilmente smantellabili. Quello che ritengo prioritario, invece, è proporre un metodo. In un momento in cui si discute tanto di un’opportunità di sviluppo per le centinaia di persone che lavorano nel settore turistico in Bondone, e al tempo stesso della necessità di ricongiungere una parte della cittadinanza che è, a tutti gli effetti, Trento, credo sia fondamentale affrontare il tema con serietà e nel merito, partendo da fonti verificabili. Sarebbe opportuno si lasciassero da parte le semplificazioni, le contrapposizioni ideologiche e le tecniche di delegittimazione dell’altro. Proprio perché esistono molti temi critici, non solo la funivia come pare sentenziare Mattivi, è bene trovare una modalità di confronto senza pregiudizi.Personalmente, sono abituato a formarmi un’opinione e a prendere decisioni analizzando i dati e verificando le informazioni, non seguendo slogan o posizionamenti politici precostituiti. È tempo, credo, che il confronto evolva. Non per me, ma per rispetto dell’intelligenza di chi ci legge.
Massimiliano MazzarellaCandidato comunali di Trento lista civica “Sì Trento”
Di seguito invece la lettera di Mattivi

Funivia Bondone, meglio tenere i piedi per terra
Con il deposito delle liste, a Trento si è aperta ufficialmente la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco. In una città oberata di problemi, dal trasporto pubblico locale con frequenze ridotte al lumicino, all’insufficienza di scuole materne, asili nido, Rsa, alla sanità con liste di attesa inaccettabili, con una viabilità – vedi tangenziale – impercorribile e altri problemi quotidiani che patiscono i soggetti più deboli e fragili, una certa politica a cosa si dedica? Alla Funivia per il Bondone.
L’Adige del 16 marzo riporta un intervento di tale Massimiliano Mazzarella, già protagonista nel 2020 di una grossa grattacapo per le casse comunali, per supportare un’opera inutile.
Ma se l’opera è così necessaria e importante, che si deve promuovere una petizione? Ora il candidato di «Sì Trento», modifica il tiro. Ricordo, per chi se ne fosse scordato, che su quest’opera si è aggiustato il tiro ogni qualvolta si presentano delle convenienze politiche/strategiche, con nuovo titolo. In primis, il cosiddetto sine qua non era quella del project financing, in altre parole senza l’intervento dei privati la cosa non si sarebbe fatta. Anzi a detta di piazza Dante non si poteva fare.
Da oltre due lustri, a differenza dei politici, sono molti più coagulati nell’investire le loro risorse si sono spenti in un attimo. Spariti. Allora, la giunta provinciale a trazione leghista, supportata dalla maggioranza di centro sinistra di Palazzo Thun – che ci rimprovera di non pensare di aggirare le norme manzoniane ed europee a far passare a tutti gli effetti l’opera come un impianto di trasporto pubblico locale, giustificando il tutto con dei numeri sconcertanti, tanto erano fuori da qualsiasi logica e realtà.
Si era addirittura azzardato un numero di passaggi pari a 2.740 al giorno per tutto l’anno (1 milione all’anno). Ora, sempre dalle pagine dell’Adige, prima il Sindaco Ianeselli, poi l’assessora Baggia e ora il candidato Mazzarella hanno provato ad aggiustare nuovamente il tiro.
Mazzarella dice: sbagliato considerare la funivia come un’opera turistica, e smentendo la Provincia che aveva profetizzato in un milione all’anno i potenziali fruitori dell’impianto, oggi per Mazzarella ridotto a meno della metà, 464.400 passaggi annui. Di questi, sempre secondo Mazzarella, un terzo saranno quelli che useranno l’impianto per recarsi in città, dove aver parcheggiato all’ex Italcementi. Per questo bastava un banale nostro trasportatore, magari anche coperto che attraversa il fiume Adige, non serviva buttare risorse precise dei cittadini, visti i tempi bui che ci aspettano.
Un altro terzo, sempre per Mazzarella, saranno i passaggi dei pendolari di Sardagna, mentre i restanti terzo saranno i soggetti che arriveranno a Vaneze e a Vason. Che il 33% dei passeggeri userà l’impianto per raggiungere Vaneze e/o Vason, potrebbe essere vero solo per tre mesi all’anno, ovvero con i mesi di Trento Funivie funzionanti, e forse nemmeno per l’estate; ma per i restanti 8 mesi come si fa a realizzare 1.290 passaggi/giorno? Con i 49 residenti di Vaneze e con i 52 residenti di Vason?
Certo, nei palazzi del potere non si può dire che manchi la fantasia. Su costi di gestione vedo che è solo indicato un’alabetismo economico/finanziario. La copertura del costo di biglietti è sovradimensionata in quanto indicata di cui prima, per ottenere circa 1,4 milioni di copertura si arriverebbe a meno 600 mila. Il tutto a meno di risparmio per la non effettuazione del servizio di trasporto su gomma sono solo nelle immaginazioni di Mazzarella.
L’abitato di Candriai dovrà essere servito in ogni caso da autobus, perché nessun risparmio su quel fronte. A ciò va aggiunto il costo per le navette da e per le Vioz. Pertanto, il deficit annuo sarà sempre e comunque di 3 milioni, se non di più. Nell’articolo si afferma che la funivia ha una copertura dei costi pari al doppio del trasporto su gomma, 35% anziché 17%. Bene, perché allora non si propone di costruire funivie da e per tutti i sobborghi del capoluogo, sarebbe semplicemente più giustificato e certamente più estetica. E se vero che il triplice utilizzo dell’impianto sarà pari al 35/30%, e che il restante 70/65% è puro trasporto pubblico locale, perché allora non impegnarsi a realizzare una vera funivia per ogni sobborgo cittadino, come per Sardagna, Vaneze e Vason? Oramai non c’è più nessun partito e nessuna candidatura che in campagna elettorale rimane con i piedi per terra. Lo hanno capito tutti: è propaganda pacc, Menchei e Salvini docet.
Sergio Mativi
Comments